Contrariamente all’opinione più consolidata, l’umanità si sta ancora evolvendo, attualmente siamo con buona probabilità la specie che si evolve più velocemente di qualunque altra nella storia. Secondo uno studio americano, “la velocità dell’evoluzione umana è aumentata rapidamente negli ultimi 40.000 anni e sta accelerando”. I dati, pubblicati nel 2007 da un team di antropologi statunitensi nella pubblicazione Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, ha rovesciato l’assunto largamente diffuso che il diffuso benessere della vita moderna abbia di fatto bloccato il processo di adattamento degli esseri umani. 

Una tale velocità nell’evoluzione, normalmente, porterebbe a una speciazione (o processo di formazione e differenziazione delle specie animali e vegetali): in pratica alla formazione di specie differenti a partire da un antenato comune, l’homo sapiens.  Teorie di questo tenore sono state proposte da scienziati evoluzionisti come Oliver Curry della London School of Economics:, secondo il quale prima o poi si affermerà una razza dominante accanto a una dotata fisicamente e intellettualmente.

Anche se rifiutiamo l’idea che le razze umane siano frutto di una speciazione, è ormai noto che l’umanità è andata vicina a qualcosa del genere in un passato non lontano. Uno studio del 2008, pubblicato sull’American Journal of Genetics affermava quanto segue: “I nostri antenati umani avevano intrapreso un percorso evolutivo verso due specie differenti prima di fondersi nuovamente in una unica. La separazione genetica in Africa produsse due popolazioni distinte che rimasero isolate per circa 100.00 anni.  Le cause di questa quasi-speciazione possono essere fatte risalire a condizioni climatiche di particolare aridità che avrebbero contribuito a isolare diverse famiglie di homo sapiens.

Un caso ‘recente’ di speciazione potrebbe essere quello dell’Homo floresiensis (informalmente conosciuto anche come hobbit). Leggi la voce relativa su Wikipedia per cominciare a saperne di più.

Da cinquant’anni è diventato un assunto comune che gli esseri umani sparsi per il pianeta stiano divenendo sempre più simili geneticamente grazie all’aumento dei viaggi a lungo raggio, alla maggiore liberalità rispetto a matrimoni interrazziali, all’impatto dei movimenti migratori e così via. A parere di alcuni, però, questa visione potrebbe essere scorretta: il Dr Henry Harpending, un professore di Antropologia dell’Università dello Utah, ha completato nel 2005 uno studio sulla velocità dell’evoluzione nel DNA di 270 persone provenienti dalle aree geografiche più diverse.

Il Dr Harpending ha commentato così i risultati dello studio: “La ricerca ha mostrato che l’esplosione della popolazione dall’ultima glaciazione, 10.000 anni fa, aveva accelerato il tasso di mutazione genetica. Gli esseri umani contemporanei sono molto diversi anche da quelli di ‘appena’ mille o duemila anni fa. Per convenzione, si  stabilito che ciò sia dovuto a cambiamenti culturali, ma la realtà è che praticamente qualsiasi tratto comportamentale è legato a un’influenza genetica.” La sua conclusione: “In altre parole, le razze umane si stanno evolvendo in direzioni diverse: i geni si stanno evolvendo velocemente in Europa, Asia e Africa, e per lo più si tratta di cambiamenti specifici della propria area d’origine. Per dirla tutta, siamo sempre più diversi, non stiamo diventando un’unica umanità”.

Per approfondire le ipotesi del Dr Harpending si può leggere questo articolo in inglese.

L’opinione di Tom Knox in proposito? “Magari il processo descritto da Harpending è proprio quello che sta accadendo, ma la cosa migliore per l’umanità sarebbe che tutti facessero sesso con tutti fino a diventare tutti dello stesso colore. E pace.”

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